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  • COS'È UNA DISCARICA CONTROLLATA?
    E’ un impianto di smaltimento finale dei rifiuti, che consente l’interramento di rifiuti in condizioni di controllo ambientale e sanitario. E’ infatti prevista l’impermeabilizzazione del fondo (naturale e artificiale) per impedire l’inquinamento delle acque, la captazione del percolato che si produce all’interno del lotto di discarica ed il suo successivo trattamento, la captazione del biogas che si produce all’interno della discarica al fine di produrre energia a costo zero e soprattutto per evitare l’inquinamento atmosferico. Le discariche possono essere classificate “per rifiuti inerti”, “per rifiuti non pericolosi” oppure “per rifiuti pericolosi”, ovviamente in funzione della tipologia di discarica aumentano i presidi ambientali. Esiste una specifica direttiva europea che regolamenta il funzionamento delle discariche, recepita in Italia dal D.Lgs. 36/2003 in ultimo modificato dal recente D.Lgs. 121/2020. Al fine di garantire il controllo di tutte le matrici ambientali, la discarica viene sottoposta ad un Piano di Monitoraggio Ambientale, approvato dall’Ente di Controllo ARPA, nel quale con una cadenza temporale ben specificata il soggetto Gestore con l’ausilio di laboratori accreditati effettua il campionamento delle varie matrici ambientali. Il Gestore della Discarica, ogni anno è tenuto a relazionare agli Enti di controllo, gli esiti del monitoraggio ambientale indicando altresì i quantitativi di rifiuti in ingresso e quelli in uscita oltre a rappresentare ogni altro fatto rilevante occorso nel periodo oggetto di relazione.
  • LE DISCARICHE SONO CONSENTITE DALLE DIRETTIVE SULL'ECONOMIA CIRCOLARE?
    Si. La discarica è un tassello ineludibile della “rete integrata” di impianti che sono necessari a completare il ciclo di gestione dei rifiuti urbani e speciali. La discarica controllata è infatti un impianto non solo consentito dalle norme europee, ma anche previsto dalle stesse e si trova all’ultimo grado della gerarchia degli impianti per il trattamento dei rifiuti: viene infatti utilizzata al termine di tutte le possibili attività di recupero quali ad esempio la riduzione dei rifiuti, il riciclo di materiali ed il recupero di energia. Per quanto riguarda i rifiuti urbani, il conferimento in discarica dovrà ridursi al 10% del totale della produzione entro il 2035. Per i rifiuti speciali non esiste alcun limite nella normativa europea. Da anni non è possibile conferire in discarica rifiuti urbani tal quali, ma solo rifiuti urbani trattati e rifiuti speciali. La discarica è funzionale allo smaltimento di rifiuti non riciclabili o per i quali i costi da sostenere per un loro diverso trattamento non è sostenibile oppure per quelli per cui non è possibile effettuare nessun tipo di recupero. La discarica rientra quindi in quella “rete integrata” di impianti necessari a completare il ciclo di gestione dei rifiuti urbani e speciali.
  • CHI PUÒ SMALTIRE I RIFIUTI IN DISCARICA?
    Non chiunque può conferire i rifiuti in una discarica controllata. Ogni produttore deve infatti seguire una procedura specifica prevista nel Sistema di Gestione Integrato (SGI). Nello specifico, il produttore fa istanza di conferimento alla Società indicando tipologia di rifiuto da conferire, impianto di produzione e quantitativi settimanali e mensili. Questa, verificata la possibilità di ricezione del rifiuto in base al suo codice EER, invia al produttore una proposta tecnico-economica a cui allega altresì i modelli da compilare. Con l’accettazione della proposta tecnico-economica e con l’invio dei modelli correttamente compilati la Società Gestore avvia l’istruttoria ambientale. Tra le azioni di controllo che effettua il Gestore c’è la verifica dell’ammissibilità del rifiuto in discarica: viene affidato quindi ad un laboratorio esterno l’esecuzione, presso l’impianto di produzione del rifiuto, il campionamento dello stesso per effettuare le verifiche. Al termine dell’istruttoria ambientale, qualora quest’ultima si concludesse con esito positivo, si provvederà a sottoscrivere contratto di fornitura, in caso di esito negativo dell’istruttoria si provvederà a comunicare al produttore del rifiuto l’inammissibilità in discarica del rifiuto. Al primo conferimento in discarica, e successivamente secondo una tempistica minima dettata dalla normativa vigente, vengono prelevati dei campioni di rifiuto e conservati in discarica a disposizione degli Enti di controllo.
  • QUAL È LA STORIA DELLA DISCARICA DI SICULIANA?
    Il sito di contrada Materano, ricompreso nel territorio dei comuni di Montallegro e Siculiana, è attivo dalla fine degli anni ‘90. Nel corso del primo decennio del XXI secolo sono stati realizzati i lotti di discarica individuati con le sigle VE, V1, V2 e V3. Questi quattro lotti di discarica, sono stati coltivati ed al loro esaurimento è stato realizzato il sistema di copertura finale (“capping”) al fine del duplice scopo di evitare emissioni incontrollate in atmosfera e soprattutto di proteggere i rifiuti ivi abbancati dall’azione degli agenti atmosferici diminuendo così anche la produzione del percolato nelle vasche. Il sistema di “capping” previsto dalla vigente normativa ha di fatto consentito un abbattimento di oltre il 70% della produzione del percolato ed ha parimenti consentito una maggiore captazione di biogas che, inviato ad un motore di valorizzazione, ha consentito di produrre energia a costo zero ed immetterlo nella rete nazionale. L’attuale vasca in coltivazione, individuata con la sigla V.4, è un impianto autorizzato con Decreto ARTA Sicilia D.R.S. n.1362 del 23/12/2009, esso rientra tra le discariche di Piano Regionale per lo smaltimento dei rifiuti non pericolosi. La vasca V.4 è attiva da settembre 2011. La discarica è prioritariamente a servizio dei comuni afferenti all’ATO 4 SRR Agrigento EST, ma è stata più volta utilizzata da altre realtà siciliane in occasione di emergenze relative al ciclo di smaltimento dei rifiuti. L’intero sito di discarica (post gestione e vasca V.4) è costantemente controllato attraverso l’attuazione del Piano di Monitoraggio e Controllo, approvato da ARPA Sicilia. In detto piano sono indicate le tempistiche, i metodi di analisi ed ogni altro elemento utile per la verifica ed il controllo delle matrici quali: Acque sotterranee; Acque superficiali/sedimento alveo; Qualità dell’aria; Emissioni discarica; Emissioni motori di valorizzazione biogas; Gas interstiziali; Analisi percolato; Analisi scarichi. I risultati del Piano di Monitoraggio sono indicati nella relazione semestrale che viene inviata a tutti gli Enti di controllo.
  • SI PUÒ FARE A MENO DELLE DISCARICHE?
    Non ancora. La riduzione progressiva dei conferimenti in discarica è un obiettivo necessario e non più eludibile: è infatti il decreto legislativo 121 del 3 settembre 2021 a prevedere che nel 2030 i rifiuti urbani da conferire in discarica non potranno superare la soglia del 10% rispetto al totale della produzione. Tuttavia anche raggiungendo gli obiettivi di riciclo e migliorando il recupero energetico una quota di rifiuti speciali e urbani trattati dovrà comunque essere smaltita in discarica. Al fine di ridurre i costi e l’impatto sulla viabilità, ogni territorio – nel rispetto del principio di prossimità – dovrà quindi disporre di una propria discarica, per evitare di esportare rifiuti in altri territori, e produrre inquinamento derivante dal trasporto a lunga distanza, oltre ad un aumento dei costi per gli utenti.
  • E' POSSIBILE RICICLARE I MATERIALI CHE VENGONO CONFERITI IN DISCARICA?
    Presso la discarica di c.da Matarano, nel territorio dei comuni di Montallegro e Siculiana, vengono conferiti i rifiuti già sottoposti a trattamento preliminare presso altri impianti e per i quali, ulteriori trattamenti di recupero sono troppo onerosi o non esiste la tecnologia. Così accade che il rifiuto secco (EER 19.12.12) prodotto dagli impianti di Trattamento Meccanico Biologico (TMB) potrebbe essere ulteriormente trattato in impianti per la produzione di CSS di qualità (Combustibile Solido Secondario) oppure potrebbe essere valorizzato termicamente negli impianti di termovalorizzazione. Purtroppo, per entrambe le tipologie di impianto, la Sicilia risulta sprovvista di impianti di questo tipo. La frazione umida biostabilizzata (EER 19.05.01 oppure EER 19.05.03) prodotta sempre dal trattamento meccanico dei rifiuti urbani indifferenziati invece non ha altri sbocchi se non la discarica.
  • LE DISCARICHE SONO DELLE BOMBE ECOLOGICHE?
    No. Una discarica controllata è un impianto tecnologico a tutti gli effetti. Essa è autorizzata dopo un lungo iter tecnico-amministrativo nel quale diversi Enti rilasciano i propri pareri e le eventuali osservazioni e prescrizioni. La fase di costruzione termina con il collaudo delle opere con particolare attenzione alle saldature dei teli in HDPE per l’impermeabilizzazione del fondo vasca e delle pareti. La fase di gestione è invece sottoposta ad un controllo costante delle matrici ambientali la cui tempistica e modalità viene definita nel Piano di Monitoraggio e Controllo. La fase di post gestione inizia al termine della fase di coltivazione e dura per un arco temporale di almeno 30 anni. Nella fase di post gestione le matrici ambientali, seppure con una tempistica più diradata rispetto alla fase di gestione operativa, vengono comunque sottoposte a continui controlli chimico-fisici. Possono essere annoverate tra le bombe ecologiche le discariche abusive che si creano nelle periferie delle città o quelle discariche costruite nell’arco temporale degli anni 50-90, ove la normativa ambientale era inesistente ed i presidi ambientali non garantivano la perfetta tenuta della discarica con emissioni sia nell’atmosfera che nel suolo e nelle falde acquifere. In larga parte si tratta di impianti realizzati da enti pubblici, che oggi sono oggetto di bonifiche con ulteriori enormi costi che sono sostenuti dalla collettività.
  • LA DISCARICA INQUINA LE FALDE ACQUIFERE?
    No. Occorre precisare che nel sito di c.da Materano non vi è alcuna “falda” così come definita dalla normativa. Il sito, infatti, insiste su un ammasso argilloso molto compatto, che presenta una bassissima permeabilità: una goccia di liquido, per percorrere 1 cm impiega ben 31, 7 anni!! La discarica, inoltre, è stata costruita nel rispetto di quanto previsto dal decreto legislativo 36/2003, con un sistema di impermeabilizzazione dal basso verso l’alto che segue la seguente stratigrafia: strato di argilla compattata; geomembrana impermeabile in HDPE da 2,5 mm; telo geocomposito a protezione della geomembrana in HDPE. Per garantire il massimo controllo e la massima tutela del territori è stato inoltre predisposto un sistema di captazione e convogliamento del percolato verso i pozzi di estrazione del che vengono regolarmente svuotati per smaltire il liquido secondo quanto previsto dalla normativa presso altri impianti. A maggiore tutela, lungo il perimetro delle vasche di discarica sono stati realizzati dei pozzi spia la cui profondità si spinge oltre il fondo vasca in modo da intercettare l’eventuale fuga di percolato dalla geomembrana in HDPE. L’attuale Piano di Monitoraggio e Controllo (PMC), approvato da Arpa Sicilia, prevede un controllo mensile dei livelli di acqua nei pozzi spia e un campionamento delle acque eventualmente contenute. Dal costante monitoraggio delle acque sotterranee non è mai emerso alcun fattore di inquinamento.
  • COME VIENE GESTITO IL PERCOLATO?
    Il percolato è il prodotto di degradazione della sostanza organica contenuta nel rifiuto abbancato in discarica. Esso inoltre è prodotto anche dall’azione della pioggia che, precipitando sull’ammasso dei rifiuti, percola sino al fondo vasca. La discarica è stata realizzata secondo le Migliori Tecnologie Disponibili (MTD) e quindi ha predisposto sul fondo vasca un sistema di condotte per l’intercettazione del percolato ed il convogliamento dello stesso presso i pozzi di emungimento. Le attività di emungimento del percolato avvengono quotidianamente, stoccando il percolato nei silos in acciaio. Il percolato all’interno dei silos viene successivamente caricato negli autoarticolati di ditte terze abilitate al trasporto del rifiuto (iscritte presso l’Albo Gestori Ambientali) e smaltito presso impianti autorizzati al trattamento dello stesso.
  • CHE FINE FA IL BIOGAS?
    Il Biogas si ottiene dalla fermentazione anaerobica della componente organica dei rifiuti abbancati all’interno della discarica. Per la formazione del biogas occorre che si creino determinate condizioni nell’ammasso dei rifiuti quali la presenza di batteri metanigeni, condizioni di anaerobiosi (assenza di ossigeno), temperature pari a circa 55. Il biogas quindi per prodursi necessita di un arco temporale di circa 3-5 anni. Il biogas viene captato dai pozzi verticali realizzati successivamente all’abbancamento. Ciascun pozzo è collegato ad una sottostazione di regolazione, dove personale qualificato della Catanzaro Costruzioni effettua le necessarie misurazioni sulla composizione del biogas (% CH4 e %O2) al fine di migliorare la qualità dl biogas inviato al motore. Tutto il sistema è posto in depressione per il tramite di una soffiante; il biogas a valle delle stazioni di regolazione subisce dei piccoli trattamenti per la depurazione da polveri sottili e per l’abbattimento dell’umidità. Alla fine dei trattamenti il biogas alimenta un motore termico che a sua volta mediante una dinamo produce energia elettrica che viene immessa nella rete nazionale. Il biogas quindi è una fonte rinnovabile per la produzione di energia pulita, nel 2019, ultimi dati certificati, sono stati prodotti 9.428.068 kWh, interamente ceduti alla rete elettrica nazionale, pari al fabbisogno elettrico medio annuo di circa 2.300 famiglie (utenze domestiche). La captazione del biogas svolge quindi un duplice ruolo: sia la produzione di energia pulita che la riduzione delle emissioni di gas serra in ambiente.
  • QUAL È IL DISAGIO OLFATTIVO PROVOCATO DALLA DISCARICA?
    Nel complesso la discarica non reca alcun disagio olfattivo alla popolazione residente nelle aree circostanti. L’impianto di contrada Matarana è infatti realizzato in una zona isolata dove sono presenti delle piccole case sparse per lo più disabitate mentre il primo grande centro urbano (Comune di Montallegro) è distante più di 3 km. Il Piano di Monitoraggio e Controllo approvato da ARPA Sicilia, prevede un controllo mensile della qualità dell’aria con particolare attenzione a polveri sottili, metano, idrogeno solforato e SOV, installando 3 stazioni di rilevazione lungo la direttrice del vento predominante all’atto del rilievo. Dal sopradetto monitoraggio non è emerso alcun valore significativo. La Catanzaro Costruzioni, inoltre, di propria iniziativa, ha effettuato di recente (2020) uno studio sulle emissioni in atmosfera sviluppando un modello di dispersione e propagazione degli odori nell’ambiente circostante. Gli studi hanno confermato che entro 1 km dalla discarica la percezione di odori molesti è al disotto del valore di 1 olf e quindi non percettibile. Tale risultato è certamente riconducibile a due aspetti fondamentali della gestione della discarica: 1.una corretta gestione del rifiuto abbancato, che al termine delle operazioni di conferimento e compattazione, viene immediatamente ricoperto con materiale arido (sabbia di cava) e/o teli di copertura biodegradabili; 2.un’efficiente funzionamento del sistema di captazione del biogas, che consente di aspirare dall’ammasso dei rifiuti il biogas prodotto dalla degradazione degli stessi e convogliarlo presso il motore di produzione di energia elettrica.
  • COSA ACCADREBBE SE DIMINUISSERO I RIFIUTI CONFERITI IN DISCARICA?
    La Società Catanzaro Costruzioni srl ha sempre auspicato che la raccolta differenziata raggiunga alti livelli ma soprattutto che la stessa venga fatta con rigore. Una buona raccolta differenziata, infatti, consente di avere un secco indifferenziato più “pulito”, senza la presenza della componente organica ed altre frazioni nobili quali il vetro e la plastica riciclabile. La riduzione della componente organica, soprattutto, consentirebbe una migliore gestione del secco indifferenziato conferito in discarica: ciò determinerebbe una minore produzione del percolato, meno emissioni odorigene e meno produzione di biogas da gestire. La diminuzione dei rifiuti, con l’aumento di una buona raccolta differenziata, pertanto non è un problema per la discarica della Catanzaro Costruzioni, che anzi oltre alle facilitazioni gestionali sopra riportate avrebbe una vita utile più duratura. Auguriamo quindi una buona ed efficace raccolta differenziata.
  • I RIFIUTI NON POTEVANO ESSERE CONFERITI IN ALTRI IMPIANTI?
    La discarica effettua operazioni di smaltimento classificate quali D1 “Deposito sul o nel suolo”, cioè in essa giungono i rifiuti che non sono più recuperabili o il cui recupero comporterebbe un costo non sostenibile, essa quindi si posiziona alla fine del ciclo di trattamento dei rifiuto e quindi non esistono altri impianti che li possano trattare. La discarica di c.da Materano è riconosciuta dalla Società di Regolamentazione Rifiuti (SRR) della Provincia Est di Agrigento, quale sito di Piano d’Ambito e pertanto la parte residuale dei rifiuti trattati prodotta dai Comuni Soci della SRR ATO 4 Agrigento Est sono destinati ad essere conferiti nella nostra discarica. Infine sull’annosa questione dei “viaggi turistici” dei rifiuti, ciò non dipende dalle scelte della Catanzaro Costruzioni. Nel territorio regionale siciliano sono rimaste attive solo 3 discariche e pertanto la Regione Sicilia, nella propria programmazione sta suddividendo i quantitativi complessivi nei tre impianti attivi. E’ pacifico che se la situazione non vedrà degli interventi, ben presto i rifiuti della Sicilia dovranno essere trasferiti fuori regione se non addirittura fuori dai confini nazionali, con ovvi incrementi di costo.
  • CHI PUÒ CONFERIRE NELLA DISCARICA DI CONTRADA MATARANA?
    La discarica per rifiuti non pericolosi di c.da Materano gestita dalla Catanzaro Costruzioni è considerata una discarica di “Piano Regionale”, essa, cioè, è annoverata tra i siti di smaltimento nell’ultimo Piano Regionale approvato dalla Regione (2018- 2021). La discarica può ricevere rifiuti speciali non pericolosi, presenti nell’elenco dei codici approvato unitamente all’Autorizzazione Integrata Ambientale cui al DRS 1362 del 23.12.2009. In discarica possono conferire sia soggetti pubblici (Comuni, Liberi Consorzi, SRR, etc.) ed anche soggetti privati. Per poter conferire occorre seguire una specifica procedura che prevede: la presentazione istanza di conferimento, indicando tipologia di rifiuto da conferire, quantitativo richiesto di conferimento (giornaliero, mensile, annuo), caratterizzazione analitica; la Società Catanzaro Costruzioni srl, qualora disponibile al conferimento, invia modulistica da compilare e restituire firmata allegando costi di conferimento e di omologa; alla ricezione della modulistica inviata dal produttore del rifiuto, la Società Catanzaro Costruzioni srl avvia l’istruttoria ambientale, controllando la caratterizzazione di base e quella analitica e provvedendo, mediante laboratorio di fiducia, ad effettuare presso il produttore un campionamento di rifiuto per l’esecuzione della verifica di ammissibilità; conclusasi l’istruttoria ambientale, in caso di esito positivo di quest’ultima, si procede alla sottoscrizione del contratto e di tutte le condizioni di conformità di sicurezza e ambiente. La procedura di cui sopra generalmente si conclude in un periodo di 50-60 giorni.
  • SONO PREVISTE OPERE DI RIQUALIFICAZIONE AMBIENTALE E PAESAGGISTICA?
    Sì, è previsto dalla normativa. Il decreto legislativo 36/2003 prevede che per le discariche siano presenti 4 piani: un piano di gestione operativa; un piano di gestione post operativa; un piano di monitoraggio e controllo e un piano Economico e Finanziario Nel Piano di Gestione post operativa vengono descritte le opere che si eseguiranno una volta terminati gli abbancamenti. Nel nostro caso, si eseguirà il “capping”, ossia la copertura sommitale della discarica, secondo le migliori tecnologie disponibili (MTD o BAT in inglese) che garantirà l’assoluto isolamento del corpo dei rifiuti dall’ambiente esterno. Al capping ovviamente sono connesse anche le attività di emungimento del percolato e del biogas. La parte superiore del capping sarà totalmente inerbita così da mitigare l’effetto della discarica rispetto al paesaggio limitrofo. Al termine del periodo di 30 anni di post gestione è previsto la dismissione dei pozzi di biogas e delle opere in muratura presenti, restituendo il sedime della discarica alla collettività. Inoltre nel caso della discarica di c.da Materano è prevista un’area di mitigazione ambientale nella quale saranno piantumati alberi di specie autoctona per la mitigazione del paesaggio.
  • ESISTE IL RISCHIO DI CONFERIMENTI ILLEGALI?
    La Catanzaro Costruzioni è una società certificata ISO 9001:2015, ISO 14001:2015 e ISO 45001:2018 e quindi attua delle procedure rigorose e tra queste anche quelle relative all’accettazione rifiuti. Tutti i soggetti operanti in discarica sono quindi responsabili per una parte del ciclo produttivo e non c’è quindi una sola persona che possa decidere su tutti. Ciò ovviamente limita fortemente il rischio di conferimenti illeciti o di altre attività illecite. Inoltre da maggio 2021 la Società ha adottato anche il Modello Organizzativo Gestionale ai sensi del D.lgs. 231/01, adottando il Codice Etico e incrementando il controllo sui singoli operatori al fine di evitare i rischi dei reati presupposti e di tutelare la Società nel suo complesso.
  • COS'È LA GESTIONE POST MORTEM DI UNA DISCARICA?
    Con il termine “post mortem” si intende il periodo della fase di gestione post operativa di una discarica, compresa tra l’ultimazione della copertura finale (capping) e il cessare della produzione di biogas e percolato. La vigente normativa (D.Lgs. 36/2003 e ss.mm.ii.) all’art 6-bis ha determinato che “La fine del periodo di gestione post-operativa deve essere proposta dal gestore e deve essere ampiamente documentata con una valutazione del responsabile tecnico sull’effettiva assenza di rischio della discarica, con particolare riguardo alle emissioni da essa prodotte (percolato e biogas).
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